Arte

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Produrre arte per Solares significa ora dare forma e contenuto alle idee, farsi carico operativamente del processo creativo, gestire fattivamente le varie fasi del percorso artistico, sostenere in prima persona l’esecuzione dei progetti.

In principio era il cinema, amato e coltivato nelle mille implicazioni artistiche che accompagnano l’esperienza di un film: dagli scatti sul set alle incursioni nel talento versatile dei registi, tra arte figurativa, musica e fotografia. Intrecci e indagini che alimentano un fiorire di iniziative con cui si esplora la settima arte con sguardo curioso e multiforme.

Con gli anni i progetti nel campo dell’arte contemporanea acquistano autonomia e diventano un tassello sempre più riconoscibile dell’identità della fondazione. Produrre arte per Solares significa ora dare forma e contenuto alle idee, farsi carico operativamente del processo creativo, gestire fattivamente le varie fasi del percorso artistico, sostenere in prima persona l’esecuzione dei progetti. In una parola: partire dall`idea dell`artista e tracciare la strada che conduce alla realizzazione di quell’idea. Seguendo questa filosofia progettuale Solares realizza mostre, eventi articolati, installazioni, fino alle opere propriamente intese. E lo fa in stretta sinergia con artisti, curatori, istituzioni.

Solares ha collaborato in questi anni con alcuni dei nomi più importanti della scena internazionale dell`arte contemporanea, da Dennis Oppenheim a Ilya Kabakov, da Richard Nonas a Michelangelo Pistoletto, da Marina Abramovic a Bertrand Lavier, da Denis Santachiara a Yayoi Kusama. Come produttore ha partecipato a tre edizioni della Biennale di Valencia in Spagna. Ha realizzato mostre in diversi paesi, anche al di fuori dei confini europei. Ha creato una fitta rete di contatti e collaborazioni con curatori del calibro di Lorand Hegyi, Seung-Duk Kim e Franck Gautherot (Le Consortium, Digione), Claudia Gian Ferrari, Achille Bonito Oliva, per citarne solo alcuni.

Le collezioni: tra fotografia ed arte

Generi, forme, autori diversissimi. Autoritratti, schizzi, chine, litografie, spesso collegati, come singoli momenti preparatori o testimonianze di un’avventura artistica, ai progetti italiani e internazionali della fondazione. La collezione d’arte Solares è un mosaico assemblato nel tempo, tessera dopo tessera. Che comprende, tra le altre, opere di Peter Greenaway, Ilya Kabakov, Dennis Oppenheim, Michelangelo Pistoletto,  Cesare Zavattini, Gaetano Pesce. Similmente si è venuta creando la collezione fotografica, che riunisce diverse sezioni di immagini, spesso di ispirazione o derivazione cinematografica. Scatti che ritraggono registi come Greenaway, Bertolucci, Kusturica (anche il musicista, con la sua No Smoking Orchestra). Racconti per immagini dai set dei capolavori di Fellini, Herzog, Bellocchio, ancora Bertolucci e Kusturica. E ancora, reportage giornalistici di fotoreporter contemporanei. Ma anche grandi firme della fotografia tout court come Salgado e Berengo Gardin, o gli scatti di un genio incatalogabile come Dennis Hopper. 

Le mostre

Quelli citati sono solo alcuni degli artisti presenti nelle raccolte della fondazione. Da queste opere e da molte altre nascono le mostre che Solares fa circuitare in Italia ed all’estero, nelle più svariate sedi espositive. Due i corpus maggiori, che esplorano in più capitoli e da più prospettive l’universo artistico di Emir Kusturica e Wim Wenders. Accanto ad essi, le tante proposte espositive delineano un lungo viaggio nella fotografia e nel cinema contemporaneo, da Kubrick a Kaurismaki, da Herzog a Loach, da Fellini a Bellocchio ad Amelio. Il lavoro di Solares si estende anche alla cura dei cataloghi, pubblicati dalle più prestigiose case editrici specializzate in libri d’arte, come Skira, Electa, Federico Motta Editore, Charta e Silvana Editoriale.

Documentari e video

Nel 2000 Solares debutta nel filone documentaristico producendo Super8Stories di Emir Kusturica. Da allora questo diventa un nuovo strumento di indagine della creatività . Vengono prodotti e realizzati film sulle Biennali di Valencia (edizioni del 2003 e del 2005), sul lavoro di artisti come Peter Greenaway, Aki Kaurismäki, Roger Corman, Mario Monicelli, Gianni Amelio, Eduardo Galeano, La Fura dels Baus. Uno strumento che si presta a raccontare anche  storie esemplari della cultura del territorio parmense, come quella che racconta, con la voce del grande Ernest Borgnine, la saga dei Ferrari, storica famiglia di burattinai.

Insieme al documentario, ecco anche il debutto nel film digitale, con l’esperienza produttiva di ‘Na specie de cadavere lunghissimo, diretto da Giuseppe Bertolucci e interpretato da Fabrizio Gifuni, nato dall’omonimo fortunatissimo spettacolo teatrale coprodotto con il Teatro delle Briciole.

Premio Speciale per l’eccellenza artistica 

Solares ha portato a Parma alcuni tra i più autorevoli esponenti del cinema e della cultura internazionale, organizzando incontri con il pubblico, lezioni nelle università , performance dal vivo. Con l’intento di tributare un riconoscimento ad alcuni degli artisti protagonisti di questi incontri, nel 2001 Solares ha istituito, in accordo con il Comune di Parma, il “Premio Speciale per l’Eccellenza Artistica”, finora conferito a Roger Corman, Jane Campion, Gianni Amelio, Mike Figgis, Micheal Cimino, Ernest Borgnine.

Nel 2008 Solares ha voluto dare al Premio un nuovo nome, Trecentosessanta, e una nuova forma, affidandosi alla creatività del designer Denis Santachiara.  Il risultato è un oggetto di alluminio, ogni volta unico perché rappresenta la proiezione tridimensionale del profilo dell’artista premiato. Il primo artista insignito del Premio nella sua nuova versione è stato Peter Greenaway.

Progetti speciali

Nel 2007 Solares realizza a Parma il progetto GnamGastronomia nell’arte moderna, promosso insieme a Provincia di Parma, Fondazione Cariparma, Unione Parmense degli Industriali, Camera di Commercio di Parma, Cibus Fiere di Parma, Archivio Walt Disney. Il progetto comprende una lunga ed articolata serie di eventi multidisciplinari: mostre (curate tra gli altri da  Lorand Hegyi e Gloria Bianchino, direttrice del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma), performance, incontri con artisti e scrittori, spettacoli teatrali e film che indagano i temi del cibo e dell`arte nelle loro possibili combinazioni.  La mostra Foodscapes ha esposto opere di Marina Abramovic, Vanessa Beecroft, Gilbert & George, Hermann Nitsch, Michelangelo Pistoletto. Al progetto hanno partecipato registi come Giuseppe Bertolucci e attori come Gérard Dépardieu.

Nel 2008 Gnam si focalizza sulla fotografia e diventa europeo, grazie al contributo dell’UE. Tre le città che lo ospitano, ognuna con progetti diversi: Parma, Amsterdam e Cahors.