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  Dicembre '21

sabato
21:00 |

Antichi Maestri

ANTICHI MAESTRI di Thomas Bernhard traduzione Anna Ruchat drammaturgia Fabrizio Sinisi regia Federico Tiezzi Reger Sandro Lombardi Atzbacher Martino D`Amico lrrsigler Alessandro Burzotta scene e costumi Gregorio Zurla luci Gianni Pollini regista assistente Giovanni Scandella fonico Alessandro Di Fraia video Nicola Bellucci direzione tecnica Tommaso Checcucci produzione Compagnia Lambardi-Tiezzi Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale in collaborazione con Napoli Teatro Festival Italia per un pubblico adulto Nella Sala Bordone della Pinacoteca di Vien­na, un uomo – un musicologo – si siede e guarda un famoso quadro di Tintoretto. Scopriremo che compie questo rito, ogni due giorni, da più di trent`anni.

Un secondo uomo -uno scrittore – più giovane, osser­va il primo uomo che guarda il quadro. Un terzo uomo -uno dei custodi della Pinaco­teca – osserva entrambi.

È questo il diagramma del romanzo Antichi Maestri, qui trasformato da Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi (già pluripremiato per il ber­nhardiano L`apparenza inganna) in un vero e proprio studio teatrale sulla funzione dell`ar­te, i limiti della bellezza, la nevrosi della mo­dernità, l`angoscia della solitudine. Opera conclusiva di un`ideale “trilogia delle arti”, Antichi Maestri è un romanzo del 1985 dedicato all`arte figurativa, preceduto da Il soccombente (1983), dedicato alla musica, e da A colpi d`asda (1984), incentrato sull`arte drammatica.

Il libro fin dalla sua prima edizione riporta il sottotitolo, non trascurabile, di Commedia. Bernhard, difatti, innesca un feroce divertissement verso quello che lo scrittore austriaco considera simbolo dell`i­pocrisia per eccellenza: l`essere umano. «Ho immaginato uno spettacolo sul vedere, sulla visibilità – scrive Federico Tiezzi – ho voluto riflettere, analizzare attraverso questo racconto mirabile i procedimenti della visio­ne teatrale, elemento centrale del nostro lin­guaggio. Di quadro sempre si tratta, anche se scenico.

are teatro interrogandomi nello stesso momento sul linguaggio del teatro. Come fece Chopin, attraverso i suoi Études, in cui venivano analizzate le possibilità tonali e armoniche del pianoforte, facendo musi­ca. Come fece Seurat in pittura attraverso il pointillisme. Fu Franco Quadri, molti anni fa, a suggerirmi il romanzo di Bernhard, sapen­do della mia formazione storico-artistica.

A lui, a quasi dieci anni dalla scomparsa, que­sto spettacolo è idealmente dedicato».

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Pubblicato il: 03-12-2021