Teatro

18

  Marzo '23

sabato
21:00 | Teatro al Parco

Il misantropo

Una commedia sulla tragedia di vivere insieme. La rilettura del capolavoro di Molière firmata da Marco Lorenzi con il Mulino di Amleto.

con

Fabio Bisogni, Roberta Calia, Yuri D’Agostino, Marco Lorenzi,
Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Angelo Maria Tronca

regia

Marco Lorenzi

traduzione e adattamento

Marco Lorenzi

visual concept

Eleonora Diana

tecnico di compagnia

Giorgio Tedesco

assistente alla regia

Yuri D’Agostino

foto di scena

Manuela Giusto

consulente ai costumi

Valentina Menegatti

distribuzione 

Valentina Pollani

un progetto di

Il Mulino di Amleto

produzione

A.M.A. FACTORY

in collaborazione con

La Corte Ospitale residenze artistiche 16-17


Il misantropo: un classico contemporaneo

Nei secoli si è detto di tutto sul Misantropo, da disadattato sociale ad antieroe novecentesco, da rivoluzionario anticonformista a scemo del villaggio. Eppure, la vicenda di Alceste e del suo sforzo intransigente di andare oltre l’apparenza ci riconnette con il valore umano della comprensione. In questa nuova produzione nata in collaborazione con La Corte Ospitale, Il Mulino di Amleto scatena la sua intensa creatività per svelare tutta la contemporaneità di un grande classico.

È stato scritto che per fare il Misantropo ci vogliono “una stanza, sei sedie, tre lettere e degli stivali”. Infatti il Misantropo non ha bisogno di forme, semplificazioni o “istruzioni per l’uso” perché la sua essenza è limpida, contemporanea e dolorosa.

L’opera

Il Misantropo siamo noi con la nostra costante difficoltà di incontrare l’altro di cui, però, non possiamo fare a meno. Insomma, il Misantropo è quello che siamo. Noi siamo partiti proprio da questo, anzi da quello che avevamo a disposizione per raccontare questa storia nel modo più vivo possibile. E quello che abbiamo a disposizione è il teatro. Semplicemente il teatro. Il teatro con la sua incredibile sintesi di vero e falso, di sincerità e finzione, di emozione e convenzione. Il palcoscenico e i camerini sono così diventati il luogo della nostra “favola” e gli spazi da cui partire per raccontare questa splendida commedia sulla tragedia di vivere insieme.

Note di regia

Perché e come Il Misantropo parla al pubblico di oggi? La forma chiaramente invecchia… in 400 anni, ma anche in 50 o in 7 anni la forma “passa”. La cosa affascinante di un testo come questo è che invece non invecchierà mai il contenuto, l’analisi dell’essere umano e delle relazioni e, nel caso del Misantropo, l’intramontabile dialettica tra l’io e l’Altro. La domanda che mi pongo come regista è come posso intervenire sulla forma per fare sì che il contenuto continui ad essere forte e attuale.

L’elemento che trovo originale nel Misantropo è che questo testo parla sostanzialmente del rapporto costante tra l’Io e la comunità sociale con cui ci si relaziona ogni giorno. Questo è di fatto quanto accade ogni sera a teatro: ogni sera tra gli attori e gli spettatori nasce una piccola nuova comunità. È per questa ragione che in questo nostro allestimento prevedo una relazione più attiva con il pubblico, proprio perché questo incontro tra l’io e l’”altro da me” è una peculiarità del testo che mettiamo in scena. Trovo affascinante che il Misantropo sia proprio un testo teatrale e non ad esempio un romanzo: perché il teatro è il luogo in cui verità e finzione raggiungono un equilibrio pazzesco, e così ho pensato di sfruttare questa metafora anche nella resa scenica. Il camerino presente nel nostro spazio scenico è il luogo in cui in genere si sta prima di interpretare un ruolo, una “funzione sociale”.

Alceste, il protagonista, in tutto lo spettacolo difende la necessità di una coerenza tra quello che pensiamo e come agiamo o cosa diciamo davanti agli altri. Ecco: il luogo dell’incontro con gli altri è invece rappresentato nel nostro allestimento dal salotto di Celimene, ma è anche il luogo in cui mi trovo a parlare direttamente con gli spettatori. Per questo ho chiesto ai miei attori di lavorare su una recitazione diretta, trasparente, che tenesse presente lo spettatore come altro referente della relazione tra i personaggi.

Marco Lorenzi

La compagnia il Mulino di Amleto

Il Mulino di Amleto nasce nel 2009 da giovani attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino ed è oggi una compagnia di ricerca teatrale che aspira a un teatro pop e comunicativo, affrontando testi classici e contemporanei, e punta sul lavoro d’attore e di regia.
‹‹Affrontare i classici come fossero testi contemporanei e i testi contemporanei come fossero testi classici››. Su questo duplice percorso si muove dal 2009 Il Mulino di Amleto, compagnia considerata tra le più interessanti e seguite della nuova generazione teatrale. Tra le produzioni della Compagnia: Gl’Innamoratimorati di Goldoni (2014), L’albergo del libero scambio da G. Feydeau (2015) in co-produzione con il Teatro Stabile di Torino/Teatro Nazionale.
Sempre del 2015 è M. – Una Una scanzonata tragedia postcapitalistica da B. Brecht.
Nel 2016 partecipa per la prima volta al festival Giocateatro di Torino con Giardinetti, il suo primo spettacolo di teatro ragazzi.

Nel 2017 debutta Il Misantropo di Molière. Una commedia sulla tragedia di vivere insieme, in collaborazione con La Corte Ospitale e vincitore del premio del pubblico Theatrical Mass di Campo Teatrale. Sempre nel 2017 la compagnia è tra i 15 finalisti del Premio Scenario. Nel 2017 debutta Ruy Blas Quattro quadri sull’identità e sul coraggio da Victor Hugo, co-prodotto con prodotto con TPE “Teatro Piemonte Europa”, vincitore di SIAE Sillumina e segnalato da MilanoTeatri come uno dei migliori spettacoli della scorsa stagione. Nel 2018 debutta Platonov. Un modo come un altro per dire che la felicità è altrove, riscrittura della prima opera di Cechov, una produzione Elsinor Centsinor Centro di Produzione Teatrale, TPE – Teatro Piemonte Europa e Festival delle Colline Torinesi Teatro Piemonte Europa e Festival delle Colline Torinesi ” Torino Creazione ContemporaneaTorino Creazione Contemporanea, con il sostegno di La Corte Ospitale – Progetto Residenziale 2018. Platonov ha vinto il concorso Last Seen 2018 di Krapp’s come come migliore spettacolo dell’anno. Inoltre, è stato segnalato da MilanoTeatri e da Birdmen Magazine come uno dei dieci spettacoli imperdibili del 2019. Sempre con Platonov la compagnia si aggiudica il secondo posto al Premio Rete Critica 2019.

Nel febbraio 2019 debutta a Milano a Campo Teatrale Senza Famiglia, prodotto da ACTI Teatri Indipendenti, con il sostegno di Campo Teatrale e del Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello ” CapoTrave/Kilowatt e il supporto di Residenza IDRACapoTrave/Kilowatt e il supporto di Residenza IDRA (progetto CURA 2018).

Nell’estate del 2019 Marco Lorenzi dirige Otello prodotto dal Teatro Stabile di Torino/Teatro Nazionale e nell’autunno debutta il progetto di crossing tra prosa e performance mnemonistica Valzer per un mentalista, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con Il Mulino di Amleto. La compagnia è finalista al Premio Rete Critica 2019 con lo spettacolo Platonov. Un modo come un altro per dire che la felicità è altrove, nella sezione Miglior percorso di compagnia, aggiudicandosi il secondo posto. Tra il 2019 e il 2020 realizza #ArtNeedsTime CantiereIbsen. Call per attrici e attori professionisti europei, un percorso di 5 workshop gratuiti di alta formazione teatrale, che ha riscosso grande successo ricevendo più di 170 candidature.

Acquista subito il biglietto
Pubblicato il: 01-02-2023