E’ giusto! L’incredibile storia de I cinque fratelli cinesi
di e con Barbara Mattavelli liberamente tratto dall’omonimo racconto di Claire Huchet Bishop e Kurt Wiese. la voce del giudice è di Nicolas Ceruti musiche e sound design Luca Maria Baldini coproduzione Solares Fondazione delle Arti – Teatro delle Briciole e ILINX teatro
con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma
uno spettacolo interattivo per attrice e figure adatto dagli 8 ai 120 anni
La storia
I protagonisti sono cinque fratelli identici, ognuno con un potere speciale: il primo può inghiottire tutta l’acqua del mare, il secondo ha il collo di ferro, il terzo può allungare le gambe all’infinito, il quarto non può essere bruciato, il quinto può trattenere il respiro senza limiti. Vivono nel paese dove tutto è bianco o nero, dove non estistono incidenti, stranezze e tantomeno la magia. I fratelli, per non far scoprire i loro poteri straordinari, decidono di non farsi mai vedere insieme. Gli abitanti infatti conoscono solo l’esistenza del primo fratello, il pescatore (potete immaginare la sua tecnica di pesca segreta!). Il giorno in cui sembrano spariti tutti i pesci del mare un bambino molto insistente convince il primo fratello a mostrargli come fa ad avere sempre il banco del mercato pieno, anche quando quelli di tutti gli altri sono miseramente vuoti. Il bambino non rispetterà le regole dettate dal pescatore e accadrà un grave incidente…di chi è la colpa? Subito verrà istituito un tribunale composto da un giudice, gli abitanti del paese e tutto il pubblico in sala. Sarà fatta giustizia?
Una breve riflessione
Quella de I cinque fratelli cinesi è una storia di origine taoista, che interroga senza dare risposte. Il tema centrale è la giustizia: esiste davvero una verità assoluta? Attraverso una narrazione aperta e interattiva, lo spettacolo invita il pubblico a riflettere sul concetto di colpa e punizione, senza imporre una morale preconfezionata. Il teatro si trasforma in un buffo tribunale dove è il pubblico a votare, decidere, discutere. Incoraggiare i bambini a votare e decidere se la punizione è giusta o no, rende lo spettacolo filosofico e partecipativo. Sfrutta l’ambiguità della storia: è il fratello “colpevole”? È il ragazzo che ha disobbedito? È la folla ad aver perso il senso della misura? Questo genera un cortocircuito tra fiaba, gioco e pensiero critico.
Lo spettacolo
I fratelli, per scampare alle esecuzioni (spoiler) continuano a scambiarsi, mettendo un scena un grande gioco. Per questo motivo anche lo spettacolo è letteralmente giocato: un’attrice e diversi tipi di oggetti del teatro di figura (omini di carta, un piccolo pupazzo portato, una marionetta di stoffa) si muoveranno insieme in uno spazio delineato da sei postazioni composte da tavoli, tavolini e sgabelli, come se fossimo in una cameretta. Nel gioco di mescolanza tra le diverse tecniche il linguaggio dello spettacolo si fa evocativo: disegni che appaiono e scompaiono, fuoco fatto di piume, giudici che parlano un incomprensibile grammelot e comunicano con dei cartelli, in un omaggio alla regia di Bertolt Brecht che vuole il pubblico coinvolto e, in questo caso, protagonista indiscusso. Un teatro accessibile e replicabile. Tutti i protagonisti sono realizzati con materiali semplici: carta, stoffa, piccoli oggetti di uso quotidiano. Un’estetica che non solo incanta, ma ispira: ogni bambino, a casa, può ricreare il proprio teatro di figura e continuare a giocare con le storie.
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