CARO ORCO
con Maurizio Bercini
di Manuela Capece e Davide Doro
collaborazione artistica Marina Allegri
produzione Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti e
Accademia Perduta/Romagna Teatri
dai 3 anni e tout public
Gli uccelli volano, i pesci nuotano e gli animali corrono.
Quello che corre può essere arrestato da una trappola, quello che nuota da una rete,
e quello che vola da una freccia.
Ma qui abbiamo un drago. Non so come cavalchi nel vento, né come arrivi al cielo.
Oggi ho visto e posso dire d’aver visto il drago.
Confucio Memorie storiche di Ssu-ma Ch’ien
L’orco è necessario. Dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo.
L’orco è come la notte, che è bellissima, il problema è che fa paura.
Ma anche la paura è necessaria.
L’orco si farà desiderare, ti racconterà di tutte le meraviglie di un mondo fantastico.
E il mondo, l’orco, lo tiene in mano. È più che piccolo, è un microcosmo. L’orco muove le stelle
e la luna e quindi anche il mare.
L’orco ti farà battere il cuore.
Ma devi andargli vicino, molto vicino, tanto da prendergli la mano.
L’orco è una storia a lieto fine.
L’orco esiste quando un padre non fa bene il proprio dovere, il proprio lavoro di padre.
L’orco mangia i bambini, davvero.
Se un bambino è sfortunato, lui se lo mangia.
Se un bambino è un po’ lento, lui se lo mangia.
Il nostro Orco è il guardiano di un mondo meraviglioso.
È il maestro traghettatore da qui a là, per diventare grandi.
È l’orco di tutte le storie, che serve per imparare la distanza tra bene e male.
L’orco non muore mai, ma deve sempre essere sconfitto.
Oltre l’orco c’è la libertà.
Il bambino allievo guarda il padre maestro.
E c’è timore, meraviglia, ambizione e gratitudine.
È un padre buono.
Mi dice, preparati pulisciti e dubita.