Questo progetto parte da un luogo: la casa della famiglia Cervi, ora museo, luogo di memoria. I luoghi hanno ricordi, hanno cicatrici, ferite che aprono verso il dentro e verso il fuori. Spiragli da cui la Storia può filtrare e il Futuro incanalarsi.
Diceva il filosofo Platone che la memoria null’altro è se non un teatro gremito di immagini, a noi dare forma e voce a queste immagini che filtrano dalle cicatrici di casa Cervi. Cercheremo di farlo dando presenza ad una memoria individuale: i doni che, nel corso degli anni da tutto il mondo, sono stati inviati a papà Cervi; ed una memoria collettiva: un periodo fondamentale della storia del nostro paese.
In fondo perché commemoriamo?
Perché il nostro spirito si consolidi ricordando i nostri momenti di valore, perché si nutra di storie di eroismo, si riconosca nel racconto della memoria di tutti.
Condividere una memoria collettiva che abita nelle cicatrici di una casa di campagna, nei doni di un padre triste ed orgoglioso, in una pianura di mucche e nebbia. Sedere al tavolo del “ mi ricordo...” potrebbe servire ad immaginare un “facciamo che sarà...”. Immaginazione può essere memoria che, travalicando i fatti costruisce ponti, può essere impegno, onestà, educazione.
Il nostro impegno è per la nuova generazione e la costellazione di adulti che essa inevitabilmente disegna intorno a sé nel cielo di una Storia da ricordare e da continuare a scrivere.
Per i giovani incontrare un luogo e persone diverse da sé in una dimensione immaginifica come solo il teatro sa dare, potrebbe servire ad immaginare la costruzione di una memoria comune. Nuove storie da inventare che saranno, in futuro, la nuova Storia.
Ringraziare per i doni ricevuti. Decidere cosa lasciare in dono.
Ad Alcide negli anni sono stati lasciati i doni più disparati. Lasciare doni: una pratica umana antica, una vicinanza laica a qualcosa che non c’è più ma che senti forte nelle ossa quando cammini nella casa che fu dei Cervi. E ti senti parte di una “fratria” dalle radici molto profonde. Questo nostro spettacolo vuole essere, alla fine, un piccolo dono Questo nostro spettacolo vuole essere, alla fine, un piccolo dono a questa eterna fratria, al nostro sentirci fratelli di famiglie diverse ma semi della stessa quercia.